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Intervista ad Alex Gritti

Dopo l’ottimo terzo posto della gara di Prato del Campionato Italiano Drifting 2024 ho raggiunto telefonicamente Alex Gritti ecco cosa mi ha raccontato sulla gara ma anche sul campionato e sul panorama del Drift. Se avete visto la gara sapete che Alex ha dovuto rinunciare all’accesso alla Big Final per un errore di troppa foga. se non l’avete vista trovate il link qui. Un grosso grazie ad Alex che pur sapendo di dover lavorare fino a notte inoltrata ci ha dedicato, a me ed a voi che leggete, del preziosissimo tempo.

Tutte le immagini di questo articolo sono di Katia Bonacina se vi piacciono corrette a visitare il suo profilo Instagram @katiabonacina_ph

Il bergamasco Alex Gritti classe 2001 racconta di sé, qui il link al suo sito, che si è appassionato al Drift dopo la gara di Franciacorta del 2017, gara che ho avuto l’onore di commentare. Compra la sua prima macchina nel 2021 e gareggia nel Campionato Italiano Drifting in PRO2 nel 2022. Anno un cui ottiene ottimi piazzamenti ed un 4 finale. Nel 2023 si lancia nella categoria PRO ed nel campionato spagnolo. Tanto da dichiarare di puntare ad una carriera da professionista del drift, ma adesso spazio alle sue risposte!

Il podio della PRO per il Campionato Italiano Drifting per la gara di Prato 2024. Yves Meier Michele Landolfi ed Alex Gritti

Gazzetta del Traverso Complimenti per il terzo posto nella gara di Prato, anche se immagino che mi dirai che non sei soddisfatto. 

Alex Gritti Hai perfettamente ragione ho fatto un errore sciocco, ma lo sappiamo il drift è fatto così basta un errore e sei fuori. Fortunatamente è successo in top quattro e uscendo poi ho avuto la possibilità di fare ancora un’altra sfida e di andare a prendermi il terzo gradino del podio. Ecco, forse fosse successo prima sarebbe stato anche un po’ più grave. Invece. 

Alex Gritti sulla BMW nera ed Alberto Meregalli sulla Nissan 350Z in Twin per la Small Final della gara di Prato del Campionato Italiano Drifting 2024

Gazzetta Immagino che abbia pesato un po’ il finale al fotofinish della stagione scorsa, per cui avevo un po’ di voglia di rivincita. 

Alex Allora sicuramente c’era la voglia di rivincita. Noi siamo arrivati carichi, – Alex è già un professionista ho ammirato come parla sempre al plurale riconoscendo lo sforzo del team N.d.R. – nel senso che rispetto all’anno scorso che era la prima stagione in categoria PRO ed era tutto un po’ un’incognita,  a questo giro siamo arrivati con un po’ più di esperienza. È andata molto meglio di quello che è stato all’inizio stagione dell’anno scorso. Nel senso, magari da fuori può sembrare abbastanza risultato simile. Io l’anno scorso feci secondo posto alla prima gara, quest’anno terzo. In realtà posso dire che è andata molto, molto meglio. Perché? Per il modo in cui ho guidato per tutto il weekend. Per come ci siamo mossi, per come abbiamo lavorato con l’assetto della macchina. Per come si è mosso tutto il team insieme a me, quindi sono molto contento di quello e abbiamo fatto dei grandi passi avanti. Quest’anno quindi sono molto contento per tutti i miglioramenti che ci sono stati dietro. C’è stato quel piccolo imprevisto delle due ruote, fuori dell’errore quattro, sono cose che capitano. Nel senso che è una buona base per lavorarci sopra e per arrivare più carichi ancora alla prossima diciamo. 

Gazzetta Visto che abbiamo parlato delle due ruote fuori del del tracciato.  Cosa ne pensi del tracciato? Insomma lo spazio era quello che era. A me è sembrato molto selettivo comunque visto da dalla diretta. 

Alex A me è Piaciuto tanto come tracciato, ovvio, preferisco tracciati più veloci. Mi piace di più da guidare, però devo dire che comunque è stato un tracciato molto divertente, l’ho preferito molto di più a quello che era la versione simile dello scorso anno della prima gara a Parma – La prima gara a cui fa riferimento Alex fu si svolse su un tracciato condiviso con i rallisti N.d.R.- Era molto più scorrevole, c’erano svariati cambi di direzione ed è un tracciato che ti porta tanto alla vicinanza. Quindi da dentro è stato super divertente nonostante fossero velocità abbastanza contenute.  Non è stato assolutamente male, ovvio, nel limite del possibile avremmo tutti preferito piste giganti, autodromi, però alla fine comunque è stato un bel weekend e la pista è divertente,  piccola contenuta ma divertente da guidare. 

Gazzetta Mi aggancio al tema della pista, per chiederti quale è stata la tua impressione sulle Toyota di Meyer e Reynolds e se secondo te il tracciato ha un po’ livellato la potenza delle macchine. 

Alex Allora il tracciato ha livellato parecchio le carte sulla potenza delle macchine in generale. Ho avuto la fortuna di vederli -Meyer e Reynolds N.d.R – anche in altre competizioni. Dove vanno a correre come al Drift Masters. Li ho visti spesso dal vivo su piste più veloci. Posso garantire che vanno molto più forte di quello che sembra. Su altri tipi di piste io non sarei riuscito con la mia macchina a stargli dietro. Quindi sì, il tracciato così ha livellato davvero tanto le potenze delle vetture, è andato a soffocare quello che poi è il potenziale di auto preparate per campionati più ricchi,. 

Gazzetta Anche loro usano anche loro l’etanolo giusto come carburante.  Perché l’etanolo e non la benzina visto i anche costi che mi dicevi dovete sopportare per rifornirvi. 

Alex Oh, perché è un è un carburante che permette una resa migliore del motore e scalda di meno rispetto alla comune benzina del distributore. 

Gazzetta Una curiosità che sicuramente apprezzeranno i lettori. Ecco poi durante la Telecronaca io non questa cosa non avevo ben percepita quando ci siamo visti per la festa di Solo Curve di Traverso. Tu hai iniziato nel lockdown con il simulatore? 

Alex Sì, io ho iniziato una con il simulatore – Assetto Corsa per i curiosi N.d.R. -, ma ho iniziato prima del lockdown, ma un po’ come tanti appassionati, proprio come un videogioco. Prima con il joystick e poi con un volante. Però non l’avevo mai presa con l’ottica di imparo a fare le sgommate. L’ottica dell’imparo a fare le sgommate, l’ho presa poco prima della quarantena nell’anno precedente. Mi sono reso conto che poi era davvero una cosa utile e durante la quarantena, avendo parecchio tempo e avendo notato che i piloti professionisti lo usavano come allenamento, ho detto, va bene, riempiamo le giornate dove non possiamo fare niente con qualcosa di utile. 

Gazzetta Che sviluppi per la macchina in luce il fatto che comunque il tracciato di Chignolo – che ospiterà la seconda gara di campionato, un pochino lo conoscete,  

Alex Allora per quanto riguarda il panorama italiano, non avrei necessità di fare chissà quale miglioria la macchina, se non poi, appunto come hai detto  per andare ad adattare l’assetto in base alla pista  Stiamo valutando se correre anche nel campionato spagnolo. L’idea c’è, adesso dobbiamo un attimo capire con un po’ il budget effettivo di salire di cavalli per quello che è il panorama spagnolo, perché di là corrono su piste molto molto veloci. Sono piste da quarta, tranne il round due in Spagna che è un pochino più tecnico e piccolo, le altre sono tutte veloci con macchine che vanno davvero  forte. Quindi al primo round quest’anno in finale sono stato contro Jason Banet, che è il campione francese. Quasi 900 cavalli con la sua BRZ. Lì si è vista la differenza di macchina. Lì la pista, ha tirato fuori il potenziale delle due macchine. È inutile nasconderlo, ne aveva molto di più. Sono riuscito a stargli abbastanza vicino, ma con una quantità di fumo molto minore, con l’angolo molto minore.  Quindi di là serve qualche cavalluccio in più. E adesso sto un attimo cercando di capire come muoverci. Io a fare entrambi perché c’è il rischio di andare a investire per salire di cavalli e poi non avere budget per andare di là a correre. Quindi sta in piedi in gioco? E poi è una cosa che va di pari passo con la crescita mia personale. Salire di cavalli vuol dire salire di velocità, di tempi di reazione e tutto quanto. Si fa un passo alla volta. Un po’ di esperienza  coi cavalli che ha la mia macchina ce l’ho,  saremmo anche in linea col muoverci e per salire con la potenza. Sicuramente non penso di farlo per Chignolo e forse nemmeno per il round due della Spagna. Come ho detto prima, è un tracciato abbastanza stretto e non è così veloce. Dopo la pausa estiva invece si va su autodromi grossi dove si distende tutta la quarta in quel caso servirebbe qualche cavallo in più 

Gazzetta Ti faccio una domanda uno po’ scomoda. Secondo te cosa c’è di più in Spagna rispetto che in Italia, visto che comunque se loro viaggiano con queste potenze e chiaramente hanno anche dei budget superiori ai nostri. 

Alex Ti sei risposto da solo. È un budget che c’è stato un paio d’anni fa, quando hanno cambiato l’organizzatore.  Un budget che hanno investito in marketing e pubblicità e hanno creato una macchina tale per cui sono loro stessi la forza che li tiene in piedi. Hanno avuto modo di investire parecchio per far conoscere il drift a più persone possibili. Quindi ogni loro evento è pieno di persone e di spettatori. Avere un sacco di persone vuol dire, riuscire a far girare di più tutte le economie che sta dietro al nostro gioco. Hanno usato la testa nell’investire un bel capitale all’inizio e sono riusciti poi a stare in piedi da soli. Ti faccio due esempi di sponsor molto semplici: Lenovo, che non è un’aziendina piccola, non è un’aziendina di paese, è un colosso mondiale. E poi l’Università di Madrid. Agli eventi di Madrid c’è l’università con lo stand i ragazzi che stanno studiando ingegneria meccanica. Sono due realtà, sia Lenovo che che l’università molto grosse che a pensarci è assurdo che vadano a promuoversi in eventi drifting. Eppure lo fanno. 

Noi in Italia avremmo modo di poter dire la nostra sia per il per quanto riguarda il livello dei piloti.  

Secondo me è una questione di tempo, nel senso, poi pian piano stiamo crescendo e ci facciamo notare al di fuori. Spero vada tutto nel verso giusto per andare avanti a crescere e arrivare nella direzione in cui sono loro. Poi ovviamente anche loro cresceranno e è un bene per lo sport in. Però ecco la risposta sul perché c’è questo grosso stacco. 

Gazzetta Secondo me c’è anche la distanza di mentalità, di approccio rispetto alle gare, rispetto all’Italia. Io sono sempre convinto che, in Italia, il drift sia su un po’ soffocato, loro malgrado, dalla Ferrari e dalla Formula Uno qua da noi. 

Alex Ma allora credo che sia una realtà abbastanza simile a quello che in Spagna con la MotoGP secondo me, eppure, nonostante questo, riesce a dire la sua.   Sono sicuro se le stesse mosse fatte in Spagna con lo stesso budget venissero fatte di qua le cose cambierebbero. Se ci fosse la possibilità di portare anche da noi 35000 spettatori in pista anche le piste che adesso sono chiuse alle gare di drift cambierebbero idea. Visto che ogni altro evento di auto in pista in Italia è comunque con le tribune vuote, perché qualsiasi tipo di gara al di fuori di quello che è la Formula Uno, sono son pochi gli eventi con tantissime persone. 

Ancora un grande grazie ad Alex Gritti per il suo tempo e la disponibilità. Appuntamento ad inizio giugno per la seconda gara di campionato a Chignolo Po.